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in copertina: tempio buddista di Seul – foto di Svdmolen con licenza CC BY-SA 3.0
La Svastica è un antico simbolo magico-religioso adottato sin dalla preistoria da diversi popoli. È conosciuta anche col nome di «Croce Uncinata». È una croce con quattro braccia di uguale lunghezza terminanti con un ulteriore lato ad angolo retto, tutte rivolte verso sinistra. Venne adottata come figura simbolica, a causa di un’errata opinione sulle sue presunte origini «arie o ariane», da diversi movimenti ideologici antisemiti di inizio novecento tra cui il partito nazionalsocialista tedesco. Il nome svastika o swasteka deriva dal sanscrito «svasti» e vuol dire letteralmente salute. Questo simbolo di grande diffusione ha tuttora un significato sconosciuto; molti studiosi lo riconducono al simbolismo solare: pare sia il cammino del sole che va da oriente ad occidente.
«Il senso di movimento impresso alla croce dai suoi prolungamenti è da destra a sinistra, vale a dire che in base ad un orientamento verso sud corrisponde al movimento solare da est ad ovest […]»
[Enciclopedia Treccani]
Tuttavia occorre dire che il suo rovesciamento non sempre è stato recepito con una connotazione negativa. Poiché possiede un significato benaugurante, nel lamaismo tibetano (buddhismo del Tibet) è facile rinvenirla in senso destrorso ad ornamento di templi, luoghi di culto, o più semplicemente come elemento decorativo dell’oggettistica comune. Nel Nepal, in India e nel Bhutan è facile trovarla disegnata all’ingresso delle abitazioni a protezione della casa; viene vista come uno strumento che fa da respingitore del male.
A differenza di come si pensava una volta, la sua origine non è da rintracciare tra i popoli indoeuropei; nella stessa India compare solo intorno al 500 a.C., quando il subcontinente era già stato invaso [da oltre un millennio] dai popoli indo-ariani e dunque in piena epoca di mescolamento ariano-dravidico.
Ricordiamo che il sistema religioso induista nacque proprio dalla fusione di alcuni popoli del Centro-Asia di razza caucasoide con gli indigeni locali, anch’essi europoidi ma di pelle scura!
Questa figura geometrica parrebbe originaria dell’area mediterranea, ma su questo non vi è alcuna certezza.
La sua diffusione è molto ampia: va dall’Africa sud egiziana al Medio Oriente; dall’Anatolia alla Lituania; dalla Russia al Giappone; dall’Indonesia alla Papua Nuova Guinea.
Hitler, Rosenberg, Himmler e tanti altri esponenti del nazionalsocialismo erano ossessionati sia dall’occultismo che dalle pratiche magiche. Nella loro morbosa ricerca della conoscenza per fini di certo non nobili adottarono la svastica rivolta in senso contrario a quello del cammino del sole – e leggermente inclinata – per diffondere all’interno dei diversi gruppi di potere occulti, quel magnetismo lugubre sotteso al suo stesso segno. Hitler, che conosceva bene la valenza nera dei simboli rovesciati, fece propria la svastika indiana sinistrorsa (da sinistra a destra) legata al regno della dea Kali: il regno della morte.
L’ideologia nazista che inquadrava il mondo occidentalizzato, laido e corrotto, in una prospettiva tanatologica distruttiva, era finalizzata alla creazione di un nuovo universo «arianamente puro» e non contaminato dalle culture semitiche e sioniste, ritenute generatrici di discordie tra popoli e di sopraffazioni per gli stati. Tutto questo condusse il novecento, «il secolo orribile per eccellenza», verso la consumazione della civiltà europea di stampo ottocentesco. Magia, politica ed ideologia, vennero mescolate insieme per oscurare il cammino del sole e far emergere al di sopra di tutto la potenza della morte.
Questa è la storia della svastica: «un segno antico, preso in prestito da un’ideologia criminale e diabolica che ha tentato di distruggere la civiltà germanica e il mondo intero».