La bandiera austriaca di Senna (1 maggio 1994).

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[immagini di pubblico dominio o con licenze specifiche]

Ratzenberger [foto di Sgozzi CC BY-SA 3.0]

Il Gran Premio di Formula Uno di San Marino del 1994, che si disputò nel circuito di Imola, Enzo e Dino Ferrari, fu teatro di due gravissimi incidenti costati la vita a due piloti. Alle 18:40 del primo maggio, all’Ospedale Maggiore di Bologna, il tre volte campione del mondo,  Ayrton Senna da Silva, spirava a seguito di un terrificante fuoripista durante il settimo giro di gara nella curva del Tamburello. Aveva 34 anni.

il Gran Premio di San Marino del 1989: Senna supera il compagno di scuderia Prost con la sua Mc Laren [foto CC0]

La Dott.ssa Maria Teresa Fiandri, primario del reparto di Rianimazione del 118, intervistata nel 2014 da Tommaso Lorenzini per Libero, descrisse così le condizioni del pilota giunto in ospedale in elicottero mezzora dopo l’incidente: «Era in coma molto profondo, ma aveva battito cardiaco e prima di esaminare la Tac non si poteva sapere quante speranze reali ci fossero […] Quando poi abbiamo visto la Tac abbiamo capito che le lesioni erano enormi e inoperabili. Il cervello era così danneggiato […] e finché non si è fermato il cuore, noi non potevamo constatare il decesso».

l’incidente al 7 °giro [foto CC0]

La corsa era stata problematica sin dal primo giro a causa di un incidente intercorso tra Lehto e Pedro Lamy. L’epilogo non poteva che essere tragico. Ma il fatto sorprendente, sbalorditivo e tristemente fatalistico di quella maledetta edizione del Gran Premio di San Marino accadde il giorno prima (sabato 30 aprile) durante le prove per le qualificazioni. Nella stessa pista, più o meno nello stesso settore, tra la curva del Tamburello e la Villeneuve, aveva già perso la vita un giovane pilota austriaco di nome Roland Ratzenberger che correva per la Scuderia Simtek. In Formula Uno aveva disputato solo 3 Gran Premi ed anche lui era coetaneo del campione di San Paolo.

[immagine dell’Istituto Ayrton Senna – foto con licenza CC BY-SA 2.0]

«Mi ferisce che si dica che credo di essere imbattibile a causa della mia fede in Dio. Ciò che voglio dire è che Egli mi dà la forza, e inoltre che la vita è un Suo dono e noi siamo obbligati a mantenerlo con cura» 

Dopo tutto quello che era accaduto in quel triste e funesto weekend di primavera, Senna decise di correre con la bandiera austriaca dentro la sua monoposto, intenzionato a sventolarla in caso di vittoria, in segno di solidarietà per ricordare il giovane collega scomparso: non ci fu modo perché lo raggiunse in cielo! 
Fu rinvenuta dentro la sua Williams FW16 che nella parte destra si era ridotta ad un ammasso contorto di lamiere, sfregiata dal violento impatto contro un muro a bordo pista. Era totalmente intrisa di sangue:  Senna ne aveva perso circa tre litri !!! I medici raccontano che quando arrivò in rianimazione, nonostante avesse una brutta ferita alla testa e nonostante si trovasse in uno stato di totale incoscienza, il suo volto era sereno e stranamente radioso quasi come se sapesse già da tempo che quella doveva essere la sua ultima gara. Così fu. In quei giorni di corse, un medesimo destino aveva accomunato il grande campione brasiliano, vincitore di tre titoli mondiali ed uno sconosciuto trentaquattrenne di Salisburgo che a differenza sua aveva però disputato solo tre gare! Di Roland Ratzenberger in formula uno si potrà dire davvero poco, ma verrà ricordato sempre come: «il ragazzo che è morto il giorno prima del campione».

 

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