…ad mysterium Atlantis
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L’arcipelago di Bimini è costituito da circa 10 isole ed atolli che fanno parte delle Bahamas. Esso è dunque un distretto federale dello stato caraibico e tropicale. Sono quasi tutte isole coralline. Le principali isole di Bimini sono Bimini Nord e Bimini Sud. Si trovano vicino la Florida e costituiscono un prolungamento verso ovest delle Bahamas, che a loro volta sono composte da circa 700 isole, tra isolotti e atolli. Bimini è famosa oltre che per il mare, incantevole e cristallino, anche per la cosiddetta «Strada di Bimini o Bimini Road». È un «sentiero» adagiato sul fondale costituito da una serie di enormi rocce sommerse, che sembrano formare una pavimentazione artificiale creata dall’uomo. Questa presunta strada va in direzione nord-est/sud-ovest ed è lunga circa 800 metri. I blocchi di pietra, con i bordi arrotondati, sono di tipo calcareo (chiamato beachrock); alcuni hanno una forma rettangolare, altri una più irregolare. Misurano dai 2 ai 4 metri di larghezza e si trovano inabissati a cinque/sei metri di profondità. Poco distante dalla Bimini Road, sono state localizzate altre due estensioni lineari posizionate parallelamente alla formazione rocciosa. La ‘pavimentazione’ si estende quasi quanto un campo di football americano.
Sono state scoperte il 2 settembre 1968, dal geologo J. Manson Valentine e dagli esploratori Jacques Mayol e Robert Angove. Il dottor Manson Valentine, paleontologo, geologo e archeologo di Miami, sostiene che essi non sono altro che le vestigia di antiche civiltà perdute «antidiluviane», prosperate prima del diluvio universale e scomparse in seguito ad un immane cataclisma oceanico e geologico. Molti di questi popoli, avanzatissimi e sofisticati, si sarebbero estinti istantaneamente. Pare siano state civiltà esistite tra i dieci e i ventimila anni fa. La maggior parte degli antropologi moderni ritiene invece che la loro nascita non possa essere retrodatata oltre i cinquemila anni. Naturalmente queste civiltà vanno ricondotte in buona parte, se non in larga misura, al mito di Atlantide, l’ipotetico continente perduto esistito come terra di mezzo tra l’Europa e le Americhe, descritto da Platone nel Crizia e nel Timeo. Atlantide sarebbe stata la culla di una civiltà avanzatissima dove regnavano la prosperità e il benessere sociale, dalla quale si sarebbero poi irradiate nel mondo tutte le altre civiltà conosciute.
«con Atlantide Platone ha scritto una “favola” che descrive il remoto manifestarsi e la successiva scomparsa di un centro di spiritualità superiore: ha quindi creato un mito lanciandolo attraverso i secoli, influenzando uomini di civiltà diverse, affascinando generazioni»
G. De Turris in introduzione a C. Berlitz, Atlantide L’Ottavo Continente, Edizioni Mediterranee, 1987, pp. 17-18.
Il dottor Valentine, che è un forte sostenitore dell’esistenza di Atlantide, spiega le sue scoperte così: […] «In tutta la zona di Bimini c’è una continua successione di schemi e di modelli architettonici, quadrati e rettangolari, che disegnano i contorni e le dimensioni di quel che vi giace sotto». Per lui tutti quei tracciati rettangolari che si estendono ordinati su di un’area molto vasta, in un modo perfettamente regolare ed uniforme, sarebbero il tessuto urbano di antiche città sommerse. Inoltre crede che la Bimini Road sia stata un sentiero cerimoniale di un qualche luogo sacro. Il guaio, in tutta questa ricostruzione peraltro inesatta, è che non c’è alcun segno nemmeno lontanamente indiziale che testimoni la presenza di un passato ultra-civilizzato per come viene inteso oggi dagli “atlantisti”; non c’è stato sinora nessun ritrovamento materiale che possa classificare il sito come di interesse archeologico. In pratica sui fondali di Bimini non ci sono reperti, strutture ben visibili artificiali e non ci sono segni umani lasciati dall’intelligenza di presunte antiche civiltà; ma soprattutto non c’è nessuna traccia di quelle splendide opere descritte da Platone nei suoi due capolavori metafisici!
I blocchi sottomarini molto probabilmente sono composti da pietra calcarea e da strati di micrinite, che hanno subito la semplice corruzione da parte degli elementi marini. I geologi hanno spiegato la possibile origine di tali pannelli: questa “pavimentazione” si è formata da un unico blocco di beachrock, frammentatosi in un secondo momento in tanti tasselli regolari con substrati di roccia sedimentaria.
Va ricordato inoltre che «simili bizzarrie della natura» esistono in tante altre parti del mondo e sono rare formazioni naturali: in Tasmania nell’Eaglehawk Neck esiste una spiaggia rocciosa con un pavimento tassellato formato da perfetti pannelli rettangolari e quadrati; lo stesso dicasi per alcune formazioni simili nelle isole Tortuga. Ma non possiamo dimenticare altri luoghi che sembrano essere nati dall’artificialità umana, come ad esempio il Selciato del Gigante nell’Irlanda del Nord, dove sulla costa esiste un affioramento roccioso costituito da migliaia di colonne basaltiche spesso perfettamente rettangolari e a forma cubica.
La datazione delle rocce presenti sul fondale di Bimini ha fornito risultati contrastanti e diversi, e pertanto lo scontro tra scettici ed antidiluviani prosegue ad oltranza. In tutti questi luoghi, l’estro della natura ha operato in un modo assolutamente inusuale, incredibile ed anche misterioso.
Oggi Bimini offre uno degli scenari più suggestivi ed incantevoli dei tropici. Le sue formazioni coralline sono delle vere e proprie decorazioni marine; la sua biodiversità è molto ricca e variegata; le sue acque sono tra le più pescose del mondo; inoltre la presenza degli squali è particolarmente significativa. Qui si pratica anche la pesca d’altura e tanti altri sport connessi alle attività subacquee. Questa località fu una delle mete preferite da Hemingway e da tanti altri personaggi famosi, tra i quali l’ex presidente Nixon. Il suo mare è costellato da moltissimi relitti: navi militari statunitensi; velieri e galeoni spagnoli; scheletri di aerei che fanno da meravigliosa cornice agli amanti della fotografia subacquea.
Molto probabilmente le strutture presenti sui fondali di Bimini non sono opera dell’uomo. Non sappiamo se questa sia stata o meno una parte di Atlantide, che a sua volta è stata posizionata ed individuata un po’ dovunque dai vari narratori e sognatori di ogni tempo. Ad oggi non è dato sapere se qui sia fiorita o meno una civiltà antidiluviana atlantidea. Una cosa invece è più che certa: Bimini è già un sogno per come lo immaginano esattamente gli uomini che amano credere ad Atlantide. Bimini è già di per se stessa «l’Atlantide dei nostri sogni».
«Al cataclisma delle acque» è legato il mito di Atlantide. Per rendere più suggestivo il nostro racconto, abbiamo pensato di associare idealmente questo scritto ad un brano della cantante irlandese Enya che con la sua straordinaria voce descrive enigmaticamente tutto «l’incanto della pioggia». Questo è un videoclip pubblicato su YouTube da «Assorti Creative».
Da qui è liberamente condivisibile ma non scaricabile tramite download.