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Il mito di Atlantide (Atlantis), il continente perduto, è uno dei più grandi misteri di tutti i tempi. È esistita davvero? È solo un’invenzione? Il primo a parlarne fu Platone [vissuto dal 427 al 347 a.C.] in due dei suoi celebri dialoghi: il Crizia ed il Timeo. Secondo la leggenda Atlantide era un’isola-continente più grande dell’Anatolia (Turchia) e della Libya messe insieme, esistita 9000 anni prima del filosofo (9500 a.C.) e localizzata in pieno Atlantico oltre le Colonne d’Ercole. Dunque doveva trovarsi davanti lo Stretto di Gibilterra. Era costituita da una comunità favolosa, enormemente avanzata ed abitata da genti altamente evolute, tanto da essere considerata come l’avamposto di altri mondi possibili e di civiltà extra-terrestri. Si dice che i suoi abitanti conoscessero addirittura l’utilizzo della corrente elettrica e dell’energia nucleare!
Quest’isola-stato, questa città eterna geometricamente perfetta, armoniosa in ogni sua parte, venne descritta come una società ideale e giusta. Il racconto narra della sua fine: fu letteralmente inghiottita dalle acque in seguito ad un catastrofico cataclisma marino che l’avrebbe inabissata dopo un gigantesco diluvio. Platone ne apprese l’esistenza da Crizia, filosofo e politico ateniese, che a sua volta l’avrebbe sentita dal nonno e questi dal padre suo. Il bisnonno l’avrebbe recepita così da Solone al quale venne tramandata dai sacerdoti egizi di Sais. In ogni caso Crizia ne avrebbe riportato la leggenda solo a scopo morale ed ideale e non per motivi novellistici. Gli interrogativi che nei secoli hanno turbato le menti degli uomini delle diverse epoche sono sempre gli stessi: mito o realtà? Le basi simboliche ci sono tutte: la paura ancestrale che il progresso possa regredire a causa di eventi non controllabili dall’uomo e il timore dell’ignoto.
La favola di Atlantide era conosciuta sia nell’Antico Egitto, sia presso altri popoli; vi è infatti un accenno anche nel Mahabharata, un antico poema religioso indù. Verso la fine degli anni ’50, diversi archeologi si convinsero che Atlantide doveva trovarsi in un contesto pienamente greco: la cercarono nel Mar Egeo, nella piccola e molto rinomata isola vulcanica di Santorini (o Santorino) appartenente all’arcipelago delle Cicladi e conosciuta anticamente col nome di Thera.
Già dal secondo millennio prima di Cristo e più precisamente nel 2500 a.C. iniziò ad essere il centro commerciale della civiltà minoica e col passare dei secoli divenne una potenza molto florida. Durante l’età del bronzo si sganciò da tutto il contesto del Mediterraneo e sviluppò una cultura propria. La descrizione che Platone fa di Atlantide sembra adattarsi perfettamente ad essa: modello e forma sono uguali alla struttura che doveva avere Thera. Gli unici tratti che non coincidono con il racconto sono le dimensioni, che secondo alcuni rispecchiano le proporzioni reali, ridotte però di dieci volte. Tutto questo forse a causa di uno sbaglio di traduzione dagli antichi testi egizi, alterati erroneamente dagli stessi scribi di Sais.
Intorno al 1600 a.C. accadde però qualcosa di spaventoso: venne distrutta per tre quarti da una terribile eruzione vulcanica. Il boato di quell’esplosione fu udito sino a 3000 km di distanza, ed è stato classificato come uno dei suoni più potenti della storia, inferiore soltanto a quello generato nel 1883 dal vulcano di Krakatoa in Indonesia, che come il primo devastò la sua stessa isola. Le conseguenze a Thera furono sconvolgenti. I materiali plastici eruttati coprirono l’isola con uno strato di cenere di oltre 30 metri.
I cieli di mezza Europa vennero oscurati dall’enorme coltre di polveri e di nubi; si pensa che tale effetto abbia influito sui raccolti di mezzo mondo. Inoltre pare che tale catastrofe sia stata documentata persino in Cina a cavallo tra la dinastia Xia e Shang !!!
Quarant’anni dopo il cono del vulcano crollando su se stesso generò un maremoto simile ad uno tsunami con onde di oltre 150 metri che si abbatterono sulla vicina Creta sconquassandola in lungo e in largo.
Non si spiega perché i testi parlino di una civiltà esistita 9000 anni prima di Cristo, quando invece tutti gli indizi propendono per identificare Atlantide con Thera, scomparsa solo mille anni prima di Platone con un’eruzione-cataclisma (1600-1550 a.C.). Anche qui non è ben chiaro che cosa si intenda per scomparsa: inabissamento causato da un diluvio o sprofondamento generato da un’esplosione vulcanica? Atlantide continua ad essere uno dei più grandi enigmi della storia.
mondo sommerso
In questa leggenda quello che funziona perfettamente è il mito stesso. Serve ad auto-alimentarsi e a far parlare di sé. La sua non-localizzazione è il simbolo universale della ricerca: gli uomini delle varie epoche l’hanno cercata e l’hanno «ritrovata» un po’ dappertutto. L’ubicazione di Atlantide nell’Atlantico, benché suggestiva per via del nome, si giustifica molto difficilmente. Può darsi che, in seguito alla circumnavigazione fenicia dell’Africa (600 a.C.), qualche narratore, abbia deciso di unire “il lontano nel tempo al lontano nello spazio”
J. Westwood, L’Atlante dei Luoghi Misteriosi, Marshall Edition © – De Agostini, Novara, 1988, p. 202.
Non sappiamo se Thera sia stata davvero l’Atlantide descritta nel Crizia e nel Timeo, né se si trovasse nel Mare Oceano o nel bel mezzo del Mediterraneo: l’unica cosa certa è che Platone è riuscito a lanciarne il mistero attraverso i secoli.