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Il 23 aprile la Chiesa festeggia San Giorgio legato assieme a San Giovanni Battista alla città di Genova.
La potenza e lo splendore della repubblica, nel corso della sua storia, furono secondi solo alla grandezza di un’altra città italiana sua rivale: Venezia.
Genova venne già elogiata dal Cervantes per la sua bellezza. Occorre dire che sino ai primi del 1500 aveva ancora una fisionomia da città medioevale. Il grande rinnovamento urbano iniziò con lentezza; pare che la sua faziosa nobiltà fosse particolarmente litigiosa. Nonostante tutto, anche se molto in ritardo, essa diede un forte impulso verso una grande opera di ritocco estetico.
Già il Petrarca si chiedeva «chi non avrebbe guardato dall’alto con stupore, torri e palazzi, la natura vinta dall’uomo, le aspre colline ricoperte di cedri, viti e ulivi, gli edifici di marmo alle falde delle colline». La città era affascinante proprio per la sua anima fiera ed indomita che sembrava venir fuori dall’impossibilità del suo contenimento tra le colline e le strettoie dei suoi vicoli, in perenne lotta col mare. Si trovava tutta da un lato, nella parte di levante della rada, ed era racchiusa da una grande cinta medievale dominata dalla fortezza del Castelluccio. Il suo tessuto era fitto di piazzette, di piccole balze, di chiese, di torri, di vie strette e di case; si allungavano tutte in altezza; e poi ancora la sua struttura sociale fatta di alberghi e di portici per accogliere gli incontri dei banchieri e delle varie consorterie mercantili che dovevano contrastare il dominio marittimo dell’avversaria Venezia. Il porto era protetto solo da un grande molo (chiamato poi Molo Vecchio) sul quale si ergeva il faro contenuto nella torre merlata. Nel 1638 venne iniziata la costruzione del nuovo. Fuori da questa «anima urbana», sparse sulle alture dei monti le ville dei nobili diventate insolitamente numerose, avevano iniziato ad invadere le zone rurali cominciando a trasformarla secondo parametri alquanto strani ed inediti.
Era nato il concetto di città moderna. L’aristocrazia aveva imparato a nascondersi con riserbo dal turbolento caos generato dagli affari e dalla finanza mercantile.
La prima banca italiana venne fondata proprio a Genova nel 1407 e si chiamava Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio, diventando nel 1797 più semplicemente il Banco di San Giorgio. Le disastrose guerre contro Venezia e le tante infauste campagne militari intraprese per l’egemonia sul Mediterraneo, richiesero spesso il ricorso ai diversi prestatori di danaro che da li a poco si sarebbero uniti in vere e proprie consorterie organizzate in banchi, dove la moneta iniziava a correre e ad essere prestata su carta e su annotazione. Molti sovrani e molte casate (come ad esempio i reali di Spagna del 1490) divennero debitori dei potenti banchieri genovesi, e poi dei fiorentini e dei senesi. Lo stesso Cristoforo Colombo era un cliente della Casa di San Giorgio, che diventò ad inizio del quattrocento il gruppo composto dai soggetti creditori del Comune. Grazie a queste attività molti territori del levante mediterraneo divennero possedimenti genovesi, spesso a causa del mancato pagamento dei prestiti o delle somme concesse a mutuo ai signori o ai vari sovrani d’oriente: ad esempio le entrate tributarie di Famagosta nell’isola di Cipro, e della Gazaria (la Crimea genovese) erano state assegnate alla Casa di San Giorgio che ne curava l’amministrazione e la fiscalità. Lo stesso valeva per Lerici, Sarzana e Levanzo. Con la caduta di Costantinopoli (1453) i rapporti con la genovese Galata (oggi un distretto di Istanbul) si erano allentati. Genova aveva perso interesse per il Mediterraneo Orientale, tanto è vero che il traffico di spezie era ben saldo nelle mani di Venezia. Nonostante tutto era ancora temuta da tutti, e gli stessi ottomani – almeno nella prima fase di espansione del loro impero – ne rispettarono le insegne. La croce di San Giorgio è una croce rossa in campo bianco.
Sulla sua origine non vi è certezza. I genovesi che furono tra i primi ad averla adottata, iniziarono ad utilizzarla intorno a metà del 500 d.C. quando l’esercito dell’impero bizantino sotto il generale Bono presidiava la città che era a rischio di invasione barbarica. Non ci fu alcuna invasione e la città non risentì della loro guerra contro i Goti. Le milizie bizantine fondarono la cappella di S. Giorgio [venerato già da tempo in Cappadocia] nei pressi del porto vecchio, accanto al loro presidio militare. Si pensa che siano stati proprio i soldati romano-orientali ad averne iniziato il culto, trasmettendolo in seguito ai genovesi.
Divenne il suo vessillo ufficiale nel 1096. Fu utilizzato sia dai pellegrini diretti in Terra Santa, sia dagli eserciti crociati pronti a muoversi a protezione degli stessi, quando le vie orientali di accesso ai luoghi santi rimanevano sbarrate ai devoti erranti che vi sopraggiungevano da tutta Europa.
Il vessillo oggi è stata adottato da diversi paesi, come l’Inghilterra, la Georgia e l’Irlanda del Nord, ed anche da numerose città e regioni nel mondo. Il caso inglese è davvero emblematico.
In Inghilterra la croce iniziò a diffondersi durante le crociate, durante le quali i vari eserciti venivano contraddistinti da simboli diversi: alle armi inglesi venne assegnata la croce rossa in campo bianco.
Pare che già nel 1190 il Regno d’Inghilterra abbia chiesto a Genova il permesso di poterla utilizzare per le sue navi e per la sua marina, ma anche in questo caso non c’è assoluta certezza. Fu così [almeno si crede] che tale concessione – inizialmente rafforzata dalla presenza della stessa flotta genovese che difendeva il naviglio inglese dai numerosi attacchi della pirateria nel Mediterraneo Orientale – man mano divenne sempre più salda e continuativa. La bandiera di Genova incuteva riverenza e rispetto in gran parte dei mari e per questo motivo molti sovrani e mercanti ne chiedevano l’utilizzo dietro lauti ed adeguati compensi che passo dopo passo accrebbero la fama ed il prestigio dell’antica repubblica marinara.
L’Inghilterra, grazie al suo utilizzo continuato nel corso dei secoli, l’ha adottata come bandiera ufficiale; così come la città di Londra e la Marina Reale.
È stata utilizzata anche dall’Irlanda del Nord, e da pochi decenni, con la dissoluzione dell’URSS, dalla Georgia nazione del Caucaso. Oggi questo simbolo viene utilizzato interamente o parzialmente come emblema ufficiale di molte città. Basti pensare al simbolo delle principali municipalità italiane come Milano, Alessandria, Padova, Varese, Vercelli o ad alcune città estere come Barcellona, Coblenza, Londra, Melbourne, Montreal, Zara.
Per non parlare delle bandiere storiche: quella della regione spagnola dell’Aragona, della Sardegna o dell’Isola di Guernsey, possedimento diretto della Regina. Nel mondo si contano circa 70 città che la adoperano.
La bandiera di Genova è stata per secoli e secoli rispettata ed omaggiata ovunque. È diventata simbolo di libertà e di autorità in tutto il mondo conosciuto. Quando la gloria della «Repubblica Superba» col tempo iniziò a declinare a causa delle tante vicissitudini storiche, un’altra potenza [l’Inghilterra] ancora più superba di essa e «del mar tiranna», fece sì che l’umile stendardo di San Giorgio continuasse a sventolare fiero ed indomito per tutti “i Sette Mari” e in ogni angolo del globo.