Il cenotafio di Baldassare Naselli Galletti VII. Chiesa Madre, Aragona (AG).

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[foto dell’autore]

D.O.M. (Deo optimo maximo)

Balthassar Naselli et Galletti, princeps Aragonae et Podii Regalis, comes Comisi, marchio Gibellinae, baro Casalinovi, dominus castri ad mare de gulfo ex Hispaniarum magnatibus et a cubiculo regiae maiestatis eques eximias atavorum dynastarum virtutes aemulatus pauperes orphanos infirmos cibo vestibus pecuniis munificentissime refecit.
Ecclesiam eiusque instituta, atque sacros ministros semper veneratus solam catholicam apostolicam romanam religionem extra quam non est salus.
In politica Siciliae costitutione retinendam bono patriae et pacis insulae prospiciens. Panormi in regni comitiis an MDCCCXLVIII inter proceres aulae parium nulli secundus strenue propugnavit.
Mox supremus huius agrigentinae provinciae consilii electus praeses qua in genio qua prudentia qua iustitia multa ad pubblicum commodum negocia decernenda sagaciter curavit.
Dum autem majora pro sua pietate animo volvebat octavo kalenda februarii anno MDCCCLXIII duos et sexaginta annos natus supremus obiit diem clero populoque communi luctu solemni funerum pompa iusta persolventibus in hac sui patronatus matrice ecclesia tumulatus est.
Ut tam optimi perennis extaret memoria cunctis civium ordinibus efflagitantibus eius soror et haeres domina Marianna Naselli et Galletti dux Villa Floridae hoc cenotaphium moerentissime posuit.

A Dio, il più buono, il più grande

Baldassare Naselli Galletti, principe di Aragona e di Poggio Reale (TP), conte di Comiso (RG), marchese di Gibellina (TP), barone di Casalnuovo [oggi Basicò – ME], Signore delle terre di Castellamare del Golfo (TP), «Grande di Spagna di Prima Classe», cavaliere dei più alti potentati della sua dinastia, gentiluomo di camera del Re, emulato nelle virtù, diede glorioso ristoro a poveri, orfani ed ammalati, tramite cibo, vestiti e soldi.
Rispettò sempre la Chiesa, le sue istituzioni e i sacri ministri della religione cattolica apostolica romana, al di fuori della quale non c’è salvezza.
Nella vita politica siciliana lottò per avere una costituzione, per il bene del suo paese e per il mantenimento della pace nell’isola. A Palermo, supervisionando le elezioni del 1848, si batté con energia tra i nobili dell’assemblea, e non fu secondo a nessuno. Ben presto fu eletto Presidente del Consiglio Generale della Provincia di Girgenti, e curò saggiamente con molta giustizia i compiti a lui assegnati per il bene di tutti.
Mentre il suo ingegno si adoperava per quello a cui teneva maggiormente, l’otto di febbraio del 1863, moriva a sessantadue anni e veniva sepolto nella chiesa Madre [che ebbe spesso il suo patrocinio finanziario]  dopo un solenne corteo funebre  composto dal clero e da tutto il popolo, entrambi accomunati dal lutto.
Così come il migliore di tutti i ranghi non sopravvive mai nella memoria collettiva, sua sorella ed erede, Marianna Naselli Galletti duchessa di Villafiorita*  addoloratissima pose questo cenotafio (lapide vuota).

*fondo allodiale in territorio di Mazara (TP)


Traduzione di  Di Giacomo Nicolò Vincenzo

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