[la foto di copertina è di Daniele Napolitano con licenza CC BY-SA 4.0]
la sala principale [foto CC0]
La Biblioteca Lvcchesiana è un’antica biblioteca sita nel centro storico di Agrigento nei pressi della cattedrale. Questo è l’atto del 16 ottobre del 1765, rogato dal notaio Giovanni Giudice, con il quale il Vescovo Andrea Lucchese-Palli donò la propria biblioteca al popolo agrigentino. «L’illustrissimo e reverendissimo Sig. Conte Andrea Lucchese-Palli dei Principi di Campofranco, per grazia di Dio e della Sede Apostolica, Vescovo di questa Chiesa Agrigentina, considerando nel suo animo quanto è virtuoso e lodevole, per Dio e per la sua anima e per la remissione dei peccati, provvedere alla pubblica utilità erigendo una Biblioteca, che venga aperta a tutti, allo scopo che gli studi delle scienze umane e di ogni tipo di sapere sempre più siano coltivati […]»
Oltre ai 18.000 volumi fu dotata di ricche scaffalature, pregiati tavoli da lettura e di un piccolo museo di oggetti antichi consistenti prevalentemente in una raccolta di gemme, pietre dure e di un medagliere di monete greche, romane e siciliane. Il nucleo originario è formato dai volumi di proprietà del vescovo. Si tratta di opere di carattere prevalentemente filosofico, teologico e morale sul cui frontespizio figura la dicitura: «Ex biblioteca Andrea Lucchesi ex Principibus Campifranci». Nel corso del tempo si è arricchita con il materiale proveniente da diverse corporazioni religiose oggi soppresse: si tratta di circa 8.000 volumi ceduti dai conventi di S.Anna, di S. Francesco di Paola, dei PP. Cappuccini e dei Mercedari.
l’entrata [foto CC0]
Tra la fine del ‘800 e gli inizi del ‘900 ha acquisito importanti universalità appartenenti ad altre biblioteche, come quelle di Ettore Lucchese-Palli e del canonico Crisafulli, studioso di Dante e professore di diritto all’Università di Palermo. Tutto questo insieme è stato incorporato alla Lucchesiana da Mons. Lagumina. Altre acquisizioni si devono al Sac. Giuseppe Russo, all’Avv. Terranova, al Sac. Calogero Sciascia, all’Avv. Salamone Ziraffa Filippo, a Michele Ravanà e Giuseppe Agnello Spoto. Ultima nel tempo è la donazione di 3.000 volumi dell’Avv. Ruggero pervenuta nel 1981.
Herodotus, Historiae, Venezia, Giovanni e Gregorio de’ Gregori, 1494.
Tra fondo originario ed ottenimenti successivi conta circa 55.000 volumi ed opuscoli, di cui 35.000 anteriori al 1800. Il patrimonio comprende anche 350 manoscritti, 32 codici arabi, 82 incunabuli e 3.000 edizioni del XVI secolo. Inciso in latino su di una lapide di marmo collocata nella sala d’ingresso, è possibile scorgere il significativo e suggestivo regolamento voluto dallo stesso vescovo Andrea Lucchese-Palli:
«il Vescovo Andrea Lucchese-Palli rende di uso pubblico la propria biblioteca. In tutti i giorni feriali da due ore prima a due ore dopo mezzogiorno sarà consentito a chiunque di accedervi. Nessuno varchi la soglia furtivamente nè ponga mano agli scaffali. Il libro che desideri richiedilo, usalo, mantienilo intatto, non ferirlo dunque di taglio o di punta, non segnarlo di postille. È consentito inserirvi un segnalibro o copiare quel che si vuole. Non appoggiarti sul volume, se devi scrivere non metterci sopra la carta, l’inchiostro e la sabbia per cancellare tienili un po’ distanti, sul lato destro. L’analfabeta, il servo, il chiacchierone, lo scansafatiche, il vagabondo si tengano alla larga. Osserva il silenzio, non disturbare gli altri leggendo a voce troppo alta, al momento di andare chiudi il libro, se è piccolo restituiscilo a mano, se è grande lascialo sul tavolo dopo aver avvertito l’inserviente. Non pagare nulla, ma vattene più ricco e ritorna più spesso».
